mercoledì 6 marzo 2013

Cani nella Vigna e personaggi anomali,
parte seconda

Bene, questa è la seconda parte del post (la prima la trovate qui).
Mentre nella prima parte ho riportato i pareri e le motivazioni dei giocatori; ora passiamo ai pareri e alle motivazioni dei master che hanno provato a rispondere alla domanda:

È normale che i giocatori tendano a fare Cani anomali?

Le risposte che sono pervenute nella discussione su Gente Che Gioca sono state simili tra loro.

Mattia Bulgarelli dice:
L'ho sentito mille volte e l'ho visto fare (o almeno provarci) un po'di volte.

Credo che sia la "sindrome del fiocco di neve unico e speciale".
http://tvtropes.org/pmwiki/pmwiki.php/Main/SpecialSnowflakeSyndrome

Scommetto che si tratta di giocatori con esperienze di giochi con classi/clan/archetipi... sbaglio?

L'idea che ci sta dietro, credo, è che "se non faccio un PG strano non avrò nulla da dire".
Concordo pienamente sulla "sindrome" tirata in ballo e anche sul fatto di "se non faccio un PG strano non avrò nulla da dire".
Credo che sia questo che spinge i giocatori verso la creazione di un personaggio anomalo, anche se credo che in Cani nella Vigna si abbia lo stesso modo di aver qualcosa da dire sia mediante un Cane anomalo che con un Cane standard.

Il fatto, però, che siano giocatori con esperienze precedenti di giochi con classi/clan/archetipi non è corretto.
Il giocatore di fratello Ezekiah ha passate esperienze con D&D 3.5 e Vampiri: il Requiem (abbandonati da almeno 18 mesi a favore di giochi indie), ma il giocatore di fratello Malachia non ha una storia di questo tipo.
Questo giocatore ha iniziato a giocare da poco e ha alle spalle una partita di Un Penny per i Miei Pensieri di Paul Tevis, una di Fiasco di Jason Morningstar, una breve campagna de Il Mondo dell'Apocalisse di Vincent Baker (che a suo modo ha degli archetipi) e una di The Quiet Year di Joe Mcdaldno.

Passiamo ora a quello che ha detto Simone Micucci:
Li ho visti anche io.

Tra i miei giocatori nelle varie prime partite che ho fatto ho avuto assassini, ladri, atei, infedeli, semiposseduti, inquisitori folli, gente dal cuore freddo e dagli occhi di ghiaccio.

Ci stavo ragionando qualche giorno fa. Credo nasca dall'incapacità che hanno alcune persone di immaginare di divertirsi "giocando un'idea dritta".

[...]

Alcuni sentono il bisogno di "farlo strano".

E quindi partono con definizioni al limite. L'ho fatto anche io. Col senno del poi è stato uno dei personaggi che mi è piaciuto di meno giocare.
E quei personaggi, quelli normali, cresciuti in un ambiente normale, sono tra quelli che ho visto di meno al tavolo. E raramente i giocatori di quei personaggi hanno voluto continuare (cause varie, dubito che fosse per colpa del loro personaggio).
L'esperienza del personaggio con cui Simone non si è divertito in passato mi fa pensare che ci possa essere anche qualcun altro che la vede come me.
Come già detto, penso che ci si possa tranquillamente divertire in Cani nella Vigna anche con il Cane più rispettoso delle norme della Fede.

Passiamo ora ad un pezzo scritto da Antonio Caciolli:
Sul discorso sigari io tempesterei il giocatore di domande su chi gli procura i sigari, quando ha provato la prima volta, come, chi fuma in casa sua e via dicendo. In una società così controllata andare fuori dai dettami in questo modo non è facile e quindi deve avere un sostegno nella storia del PG. Se invece è fatto così per fare non ha senso e secondo me andrebbe vetato.
Quello che dice Antonio probabilmente è vero, estendendolo dai sigari alle stranezze varie che si incontrano nella fase di creazione del personaggio. Anche Simone mi pare che abbia provato a mediare e a non mantenere integra l'idea originaria di Alessandro riportata nel post precedente.
Io ho lasciato correre perché, in definitiva, i Cani erano idonei a fare il loro lavoro. La prossima partita, magari, invece che lasciar correre farò più domande in fase di creazione per capire se alcuni fatti sono motivati o hanno dietro delle deboli motivazioni e poca plausibilità.

Mattia ha integrato il suo discorso successivamente (il grassetto non è mio, è tenuto dall'originale):
Io di solito "premo" per spiegare che il gioco funziona meglio se il giocatore non parte già in quarta a spiegare tutto del suo personaggio e non fa "il personaggio esagerato" o quello che "risalta come un elefante in un campo di fragole".

Un personaggio "che ha dei dubbi sulla sua fede" è mille milioni di volte più interessante, in questo gioco, di uno che "ha già deciso che è ateo e nulla gli farà mai cambiare idea"...

...oltre a stiracchiare la mia sospensione dell'incredulità: dove l'ha presa, il personaggio, l'idea di poter essere tranquillamente ateo e non sentirsi in colpa, se TUTTO il resto della società attorno ti preme addosso?
Qui si parla di un'altra stranezza, ossia i Cani atei. Il discorso di Mattia, da master e non da giocatore, non fa una grinza.
In generale credo sia più interessante un credente con dei dubbi di Fede che un integralista che non si pone domande o un ateo che non si pone domande su Dio. Entrambe le ultime due categorie sono fermamente arroccate sulle loro posizioni, mentre un ateo aperto all'esistenza di Dio o un credente che si pone delle domande sulla sua stessa Fede nel gioco possono diventare molto interessanti per tutti.

Successivamente è intervenuto Moreno Roncucci:
Sull'aspetto "cani anti-cani" la mia risposta è molto semplice e pratica: quando faccio demo in convention, non propongo nemmeno l'opzione. Non dico che c'è la possibilità di fare una persona con un passato travagliato, o un convertito, o una persona appartenente al popolo delle montagne, un eretico, etc.

Perchè? Perchè conosco i miei polli. O meglio, non conosco di solito chi ho di fronte, ma so come è abituato a pensare il classico giocatore di gdr tradizionali: le vedrebbe come "classi" e cercherebbe di fare la più "fica", ammazzando da subito qualunque originalità nel suo personaggio per adeguarsi ad uno stereotipo.

[...]

Certo, il gioco permette di giocare personaggi molto più variegati. Claudia una volta ha giocato un personaggio in fuga che aveva RUBATO una veste da cani e che quindi si era ritrovata incastrata lì senza volerlo. Ma non l'ha giocato come PRIMO personaggio!
Quello che leggerete di seguito è stato scritto da me circa 6 ore prima che Moreno scrivesse il suo pensiero, ma non pubblicato. Però credo sia abbastanza in sintonia.

In definitiva credo che i giocatori abbiano portato buone motivazioni alle loro scelte.
I master con qualche esperienza da giocatore pure.
Il mio consiglio, per coloro che si apprestano a giocare o rigiocare il gioco, è questo:
  • Se hai sempre giocato un Cane modello prova a farne uno fuori dagli schemi e vedi se ti offre qualcosa in più o no.
  • Se hai sempre giocato un Cane anomalo prova a farne uno più standard e vedi se ti diverti lo stesso.
Ricordate che, in ogni caso, potete sempre e velocemente cambiare il vostro Cane durante il gioco e ne otterrete solo dei vantaggi meccanici.

1 commento:

  1. Io penso che sia sbagliata e con faccia parte dei compiti del master chiedere il perchè di una scelta, per quanto bizzarra essa sia. Piuttosto se ci sono motivi di ambientazione e/o di meccaniche che portano a rendere la scelta difficile per il giocatore si può lavorare assieme per costruirla a tutto tondo. Il primo passo è, in qualità di garanti del regolamento/ambientazione, spiegare al giocatore le difficoltà che si nascondo dietro quella scelta (magari il giocatore ha scelto il sigaro perchè fa figo, ma non vuole trovarsi in mezzo ai guai per quello) e offrire il nostro aiuto per elaborare assieme il contesto in cui matura quella scelta. Se una volta che il giocatore è consapevole di cosa comporta la sua scelta lui vuole continuare su quella strada da solo è suo diritto farlo.
    La scelta del personaggio è spesso derivante da delle aspettative che poi vengono disattese. L'aiuto che si può dare al giocatore è peremettergli di cambiare se non è soddisfatto. Magari ragionando assieme su cosa non lo ha soddisfatto e su cosa cerca. In questo caso assieme è assieme al party.

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