venerdì 25 maggio 2012

Una nuova apocalisse: la Glacialisse

Ieri abbiamo terminato un’altra campagna con Il Mondo dell’Apocalisse di Vincent Baker. La campagna è nata un po’ per caso perché dovevamo riempire un numero indeterminato di sessioni di gioco all’interno delle quali cadeva il mio matrimonio (portando ulteriore incertezza sul numero di sessioni che avremmo avuto a disposizione).

Mi sono offerto di fare da Maestro di Cerimonie (da ora in poi MC, il nome del master in questo gioco) perché volevo provare a giocare la campagna come uno stress test.
Quando ho giocato come giocatore abbiamo fatto delle sessioni solo quando tutti i giocatori erano disponibili, in caso di assenza di un giocatore saltava la sessione. Mi aveva, però, incuriosito il discorso dell’autore che sosteneva che il gioco avesse una bassa impronta sociale (trovate l’articolo tradotto da me col titolo Contesto sociale e design: post sul game design #1).
Applicare quello che Baker sostiene nell’articolo a Il Mondo dell’Apocalisse mi pareva una cosa che non stesse in piedi, ma prima di sbilanciarmi totalmente sull’argomento volevo fare uno stress test concedendo ai giocatori tutte le assenze che volevano e giocando anche quando erano presenti solo due giocatori.

Durante lo stress test direi che il gioco ha retto molto meglio di quanto credessi in partenza. Non c’è dubbio, personaggi principali che spariscono all’improvviso lasciano un po’ di incoerenza nella fiction di gioco, ma il fatto che il gruppo non fosse ultra compatto ha aiutato il tutto.
In parole povere posso dirvi che se avete dei dubbi sul fatto che il gioco possa reggere anche con l’assenza di giocatori al tavolo avete due voci (quella di Baker e la mia) che vi rassicurano sul fatto che possiate andare avanti tranquillamente.
Senza dubbio se ci siete sempre tutti è meglio, la fiction è più coerente, la meccanica dell’St gira meglio e l’esperienza di gioco è più appagante.

Un altro discorso che è parso dolente nella nostra vecchia campagna (si veda il post Il Mondo dell'Apocalisse) era stato il capire quando e come far finire il gioco.
Devo ammettere che questa volta non ci sono stati problemi a causa della morte di un paio di personaggi (su tre giocatori che erano al tavolo) che ha decretato la fine di due gruppi di occupanti della nostra città. Aggiungo solo che, nonostante questa volta la fine del gioco fosse chiara nella fiction e obbligata anche dalla mia partenza per gli USA la settimana prossima, si sarebbe tranquillamente potuto continuare perché non si era formato uno status quo e determinate questioni secondarie erano ancora in ballo.

Ora passo alla mia visione della prima esperienza come MC. Reperire informazioni nel manuale non è sempre così semplice. Seguite il consiglio di mettere segnalini e post-it qua e là nel manuale.
Le mosse a disposizione dell’MC a volte vengono da sole e sono davvero azzeccate, belle e divertenti; aiutano molto nel generare una fiction avvincente e carica di tensione. Nonostante questo, non sempre è facile trovare la mossa giusta da fare, oppure l’applicazione corretta della mossa (ad esempio offrire un accordo gravoso per un 7-9 su Agire sotto il fuoco o non rubare le cose che rendono fighi i personaggi).
La nostra apocalisse è stata ambientata in una New York dove la neve compatta e semighiacciata arrivava al terzo piano dei palazzi e in giro c’erano parecchie bande armate e fame per tutti (questo l'hanno deciso i giocatori a cui ho dato la scelta tra due tipi di apocalisse). Giocare in una città reale proiettata nel futuro mi ha aiutato molto, ho stampato la cartina di New York e la mappa della città era pronta, dettagliata e modificabile quando servisse.
Il fatto che l’MC non tiri mai dadi mi preoccupava, ho bisogno di una certa fisicità nei giochi (carte, segnalini, dadi). Questo in realtà è stato meno problematico di quanto mi aspettassi all’inizio, anche perché l’MC deve manovrare con tanti di quei fogli che l’aspetto fisico-tattile del gioco è comunque molto presente.

2 commenti:

  1. L'apocalisse e il maelstrom cos'erano?

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  2. Già, non l'ho detto.

    Apocalisse
    Considerate circa sessant'anni prima una sorta di piccola glaciazione (abbassamento di una decina di gradi su tutta la terra).
    Un gruppo di umani trasferitisi nelle zone equatoriali per paura di una glaciazione in grande stile disseminano la terra di piccole sonde che "rubano" calore dal luogo dove si trovano per trasferirlo sotto forma di energia con onde elettromagnetiche verso il luogo dove loro stessi risiedono.
    In parole povere una piccola fetta di umanità frega il poco calore rimasto sulla terra a tutti gli altri esseri viventi per rimanere in una fascia di 2 km attorno all'equatore dove il clima è tra il temperato e il caldo. Andando all'equatore avreste trovato una piccola fetta di mondo che continuava molto felicemente a vivere coltivando i propri campi in camicia hawaiana.
    De bastardi, insomma...

    Maelstrom
    Le onde elettromagnetiche trasportanti l'energia verso l'equatore hanno creato il maelstrom a causa dei danni ai tessuti cerebrali subiti da voi abitanti sfruttati.

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